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Visione: Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan

Che Nolan fosse trai i migliori registi della nuova generazione, lo avevamo capito con pochi ma significativi titoli, capaci di sfruttare un discorso sullo spettacolo e sulla visione attraverso una messa in scena sempre innovativa e (quasi) mai manierista: Memento, Insomnia e il sublime The Prestige avevano ampiamente dimostrato le doti del regista inglese, ma soprattutto le sue intenzioni artistiche. Batman begins, seppur notevole, soffriva di difetti derivanti dall'inesperienza con la materia "mainstream". Non a caso, la pellicola eccelleva nei momenti introspettivi e più intimisti e rivelava le sue falle in quelli più spettacolari, in cui l'azione non era sostenuta da un adeguato bagaglio stilistico. Il Cavaliere Oscuro supera questi deficit, integra la volontà autoriale di Nolan con le logiche più commerciali della produzione cinematografica, si presenta come un capolavoro del nuovo millennio, emblema del cinema globalizzato e postmoderno. Il lavoro di Nolan eccelle sotto ogni profilo: la vibrante geometria della rapina iniziale ricora esplicitamente il Mann di Heat-La sfida, il pessimismo radicato nel racconto rende onore a un personaggio unico nel mondo del fumetto dei supereroi americani. Il confronto fra Joker e Batman assurge a dialettica sulla necessità di anarchia in un mondo moralizzato, e di morale in un universo anarchico, per non parlare del significato che assumono i due personeggi: due facce della stessa medaglia, figura sintetizzata dalla "doppiezza" di Harvey Dent. Il Cavaliere Oscuro è davvero uno sguardo sul mondo di oggi, possiede la profondità di un qualsiasi testo letterario, filosofico, sociologico.
Per ultima, un'osservazione sull'interpretazione di Heath Ledger. Ledger, nel dar corpo a un personaggio totalmente a-morale e fuori dagli schemi, attinge alla cultura punk e anarcoide degli anni '70 e lo fa con un'immersione nella psiche di Joker da lasciare a bocca aperta. Pur non essendo fra gli estimatori dell'attore recentemente scomparso, non possiamo negare quanto la sua recitazione ne Il Cavaliere Oscuro ci abbia impressionati, specie per il suo lambire territori recitativi che nel panorama attuale sembrano non esistere più.
a. f.