Snippet

Offscreen: Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn (2009)

Passato a Venezia e a Torino, che ha dedicato una bella retrospettiva al regista, Valhalla Rising è l'ultima fatica di un autore che sembra portare avanti un'idea di cinema semplice ma al tempo stesso visivamente impressionante. Alla base di tutto è (Kubrick docet) la violenza e il ruolo che essa svolge all'interno del contesto sociale. Le tematiche che avevano caratterizzato i film precedenti di Refn (la trilogia di Pusher, Fear X, Bronson) sono traslate in un'epoca lontana, in una terra praticamente deserta dove gli uomini si uccidono senza pietà e le (poche) donne che si intravedono nella pellicola sono nude e incatenate. Un guerriero muto e senza un occhio si libera dalla prigionia e vaga seguito da un ragazzino. Incontra altri guerrieri che lo convincono a dirigersi verso la Terra Promessa, Gerusalemme. Si imbarcano, ma dopo un viaggio estenuante, la meta sembra essere diversa da quella prefissata. Refn azzera il suo cinema. La struttura narrativa è ridotta all'osso (forse troppo), i dialoghi pressocchè inesistenti, gli attori praticamente non recitano, stanno fermi, come statue, in posa per inquadrature costruite ad hoc. Sembra un'opera malriuscita, invece il risultato è davvero impressionante. Tutto concorre a creare un'atmosfera di livida inquietudine: dalla fotografia desaturata alle atmosfere sospese, dalla violenza iperrealista e a tratti insostenibile alla musica distorta che accompagna immagini oniriche (e non) di forte impatto. Refn mescola le carte e sforna un film che si regge unicamente sulla potenza magnificente della visione. Partendo da una base sostanzialmente fantastica e irreale, Refn ha la possibilità di dar libero sfogo alla propria visionarietà, grazie agli inserti onirici che sono lampi sul futuro dei personaggi. Il mistero e una piccola riflessione sulla religione fungono da collante ed è curioso che in una terra politeista che si sta trasformando in cattolica, i personaggi in cerca di Gerusalemme si ritrovino in un luogo che non conoscono ma che noi sappiamo essere centro nevralgico di culture animiste. Chi si aspetta il film d'azione violenta ne rimane deluso. Chi si aspetta un film d'avventura, pure. I puristi della struttura narrativa si astengano dal vederlo: qui l'unica cosa che conta è lo sguardo. E moti del cuore che suscita.
a. f.

3 Responses so far.

  1. Anonimo says:

    Ehi grandi! vi aggiungo immediatamente anch'io, spero di risentirvi presto.
    Ottima iniziativa la vostra, in bocca al lupo per tutto ;)

    Lorenzo

  2. Tizyana says:

    Un film da vedere, merita.

  3. In effetti è un film che stupisce da tutti i punti di vista. A metà strada tra Lynch e Malick. Refn è il regista da tenere d'occhio. Prossimamente posterò la recensione di Bronson.